martedì 2 ottobre 2012

Intervista a Antonella Mencarelli

Antonella Mencarelli lavora da molti anni con la Di Renzo Regulatory Affairs, come responsabile per lo sviluppo delle attività. Parla correttamente cinque lingue e attualmente è impegnata nell'organizzazione dell'evento di Madrid del CPHI 2012

Ci affidiamo alla sua competenza per saperne di più del settore dei servizi regolatori.

D - Cosa trova di stimolante nel suo lavoro?

R - La cosa che più mi affascina, del modo in cui è strutturato il mio lavoro qui alla Di Renzo Regulatory Affairs, è il dinamismo che si respira: la voglia di fare, di conoscere, di apportare novità, di sperimentare. Tutte le persone che fanno parte del nostro gruppo lavorano con questo spirito; ognuno concorre al raggiungimento e al mantenimento della qualità e della competenza che gli esperti del settore ci attribuiscono. Sapere che parte della riuscita dell'azienda passa per le mie capacità mi rende davvero motivata. È una sensazione endemica, che si percepisce subito, già dopo il primo giorno di lavoro, perché c'è grande attenzione da parte di tutti per le altrui potenzialità. Non c'è invidia o competizione sleale, ma voglia di fare insieme, di collaborare per qualcosa che non è più solo mio o di un altro, ma nostro.

D - Esattamente, qual è la sua mansione specifica?

R - Di mansioni ne ho davvero tante, ma non sono state fissate su una job description. Mi prendo tutti gli incarichi e le responsabilità che riguardano lo sviluppo, in Italia come all'estero, delle attività regolatorie. Siamo stati abituati a non aspettare che ci dicano cosa dobbiamo fare, bensì a prenderci carico di quello che sappiamo fare e a creare nuove soluzioni laddove le abituali si dimostrano inefficaci. Per far ciò in maniera costruttiva, tra noi e la struttura in cui lavoriamo, deve esserci una sorta di simbiosi, un senso etico del vantaggio comune.

Al momento sto organizzando, in tutti i suoi dettagli, l'evento di Madrid, CPHI 2012
Sono convinta che faremo una bella figura e che avremo modo di farci conoscere meglio anche dalle aziende internazionali.

D - Mi colpisce molto il suo entusiasmo. Sento che lei è davvero contenta di far parte di questo gruppo, è così?

R - Infatti, è proprio così. C'è entusiasmo e anche stima reciproca. Conosco Sante (Sante Di Renzo) da moltissimi anni e quando mi ha detto che al suo gruppo serviva una persona con spiccata capacità di relazionarsi con il prossimo (sono parole sue) sono stata felice di essere la persona giusta al momento giusto. In tutti questi anni abbiamo fatto davvero molti passi avanti. Insieme. Credo che in qualche modo anche io ho contribuito alla crescita dell'azienda e questo mi rende particolarmente orgogliosa. Sento che in questo gruppo io esisto, ci sono, ho un ruolo e sono utile. E ho la precisa sensazione che quasi tutti vivano della mia stessa convinzione.

D - La sua azienda dunque è in crescita. Non ha paura che un'eccessiva espansione possa compromettere quel clima amicale e familistico che vi ha contraddistinto?

R – Ad oggi siamo una cinquantina di persone, e non c'è stata alcuna spersonalizzazione dei rapporti professionali. Forse anche perché Sante ogni tanto, proprio per non stancare mentalmente le persone, chiede di fare proposte e avanzare soluzioni di lavoro alternative. Attribuisce a ciascuno di noi compiti sempre nuovi, stimolanti, che non ci permettono di cadere nella trappola del lavoro ripetitivo. Così siamo invogliati non solo ad affrontare nuovi argomenti, ma anche a sviluppare i rapporti di collaborazione con altre persone del gruppo e ad attivare nuovi rapporti esterni, con aziende e funzionari delle amministrazioni alle quali solitamente ci riferiamo. Devo dire che è un ottimo metodo: una sorta di turn-over interno, così le persone non vanno via e non si assentano per stanchezza o disinteresse.

Fa davvero piacere incontrare persone così determinate, convinte, piacevolmente impegnate nel proprio lavoro. Non è davvero cosa molto frequente.
Facciamo tanti auguri ad Antonella e alla sua avventura a Madrid.